Strumenti per l’integrazione organizzativa: L’analisi a specchio e la capacità d’esecuzione

È risaputo che le integrazioni organizzative sono operazioni complesse, per tutti i soggetti che partecipano, attivamente o passivamente. Si tratta pur sempre di attività con lo scopo di integrare, appunto, realtà aziendali che con le loro abitudini, caratteristiche peculiari e personalità al loro interno, possono risultare anche molto diverse tra loro.

In questo senso, i rischi legati all’operatività, in particolare, rappresentano uno degli aspetti di maggior interesse per gli specialisti di integrazione organizzativa. È fondamentale infatti che un’attività come un’integrazione aziendale, che sulla carta dovrebbe portare benefici a tutte le parti in causa, non finisca invece per danneggiare l’organizzazione e i risultati di breve-medio periodo.

Tutto ciò che può avere impatto diretto sulla capacità di fornire prodotti e servizi ai clienti da parte della “nuova organizzazione” deve essere tempestivamente identificato, misurato e gestito. Questo perché sappiamo che durante le fasi di operazioni di M&A è assai frequente che le performance dei team subiscano delle flessioni dovute al clima di incertezza che si respira.

Molto spesso accade che i componenti delle organizzazioni coinvolte nell’attività di integrazione organizzativa hanno la convinzione che i leader conoscono più di quanto siano disposti a divulgare e questo spesso genera una spirale di diffidenza che cresce via via che il tempo passa e le informazioni stentano ad essere condivise. A livello di esecuzione l’effetto è il rallentamento delle attività e questo è ovviamente qualcosa che occorre cercare di evitare in ogni modo durante un’integrazione organizzativa. 

Come fare? Quali strumenti utilizzare in questi contesti per evitare che incomprensioni, diffidenza e incertezza finiscano per danneggiare l’operatività?

L’analisi a specchio per la capacità d’esecuzione

Uno strumento particolarmente efficace per mantenere elevati livelli di capacità d’esecuzione durante un’integrazione organizzativa è definita Analisi a specchio e basato su modalità ed elementi già presenti nelle organizzazioni.

Per gestire questo scenario, infatti, può essere utile focalizzare l’attenzione dei manager e dei team sull’analisi dei risultati, attraverso una condivisione tra le stesse funzioni delle aziende coinvolte (funzione azienda A con stessa funzione azienda B) di informazioni relative alle performace in tempo reale: come stanno performando le due aziende durante la fase di integrazione organizzativa?

Questa attività viene appunto chiamata analisi “a specchio” proprio perché il confronto avviene tra “pari”, tra soggetti con le stesse funzioni nelle due aziende coinvolte nel processo di integrazione organizzativa. Il tutto in una modalità di completa condivisione.

Porre attenzione sistematica all’analisi dei dati vuol dire agire su elementi del driver di performance “Capacità di esecuzione” (rif. modello VS – Six Seconds) e in particolare sulla focalizzazione e appunto sulla misurazione dei risultati.

È una ottima strategia per mantenere motivate e produttive le risorse di entrambe le aziende coinvolte nell’integrazione organizzativa. Inoltre, l’analisi a specchio aiuta a sviluppare consapevolezza su cosa fanno gli altri, cosa è possibile fare diversamente e meglio, migliorando così l’efficienza dell’operazione stessa e fermando sul nascere diffidenza e incompresioni.

Nelle fasi di integrazione organizzativa, dunque, l’analisi a specchio si rivela uno strumento fondamentale per quanto riguarda operatività e i driver di performance Capacità d’esecuzione, perché, oltre a quanto già detto, garantisce anche l’allineamento tra la visione strategica e gli obiettivi operativi fornendo uno strumento di revisione periodica.

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