Case Study Merger and Acquisitions: i primi passi dopo l’acquisizione

Il caso del mese: l’acquisizione di un gruppo internazionale

 L’obiettivo: un’integrazione concreta e produttiva tra aziende diverse, che parlano lingue diverse, con culture professionali diverse

Lo scenario: azienda italiana quotata che individua un gruppo societario internazionale target e lo acquisisce dopo mesi di trattative. A seguito della conclusione dell’accordo di vendita, cosa accade?

In queste premesse, è già presente un momento critico: il periodo delle trattative. Già, perché durante le trattative è importante che, oltre alla prima linea coinvolta sul duro campo della definizione degli accordi tra le parti, i manager della futura controllante inizino a prendere confidenza con le nuove realtà che entreranno nel perimetro aziendale. La conoscenza delle aziende target permetterà di gestire con consapevolezza le prime convulse fasi di contatto senza trascurare il proprio quotidiano.

Le Virtual Data Room (VDR) sono una fonte di informazioni utili per il team di lavoro che si occuperà più direttamente dell’integrazione delle società acquisite.

Conclusa l’acquisizione, definiti i tempi di comunicazione all’interno del gruppo acquisito e della controllante, si elabora il calendario dei primi incontri. Chi è acquisito attende istruzioni, con trepidazione e una leggera ansia, da parte della controllante: il ruolo di regista diventerà una responsabilità costante della capogruppo. Diverse persone, infatti, si muoveranno solo dietro indicazioni precise.

Per il primo momento di incontro, si accolgono i manager responsabili delle diverse funzioni dei due gruppi presso il quartier generale della capogruppo, cogliendo l’occasione di mostrare ambiente e persone. Un incontro composto da diversi momenti: una presentazione che vede coinvolti tutti i partecipanti, successivi momenti in cui i singoli team di lavoro, suddivisi per funzione aziendale, si riuniscono per approfondire conoscenza, ruoli e compiti, e momenti di convivialità per uno scambio più libero.

La presentazione della nuova realtà aziendale illustra la visione che ha portato alla conclusione dell’accordo, i nuovi obiettivi da raggiungere come gruppo e l’atteso percorso di crescita e sviluppo. Ogni partecipante presenta sé stesso e il proprio ruolo … attuale. Attuale perché tutti si aspettano cambiamenti: le emozioni sono protagoniste in questi primi scambi.

La seconda parte diventa più operativa e i team di lavoro si riuniscono. Cosa accade durante la prima riunione del team Finance? Il team Finance ha un ruolo chiave in ogni realtà aziendale ed è composto da risorse di fiducia, competenti e affidabili che desiderano mantenere questo ruolo.

Perciò, il clima da sfida all’O.K. Corral è palese. Non solo tra controllante e controllata ma anche tra componenti dei team delle singole aziende.

Il team della controllante, cosciente dell’importanza del momento e dei propri obiettivi, ha ben chiari quali siano i temi: definire la leadership Finance, condividere strumenti di lavoro e procedure, individuare eventuali criticità di consolidamento, eventuali sovrapposizioni di attività e definire un puntuale calendario che permetta di rispettare le scadenze obbligatorie e le esigenze di informativa interne.

Grazie alle informazioni raccolte in VDR, una check list suddivisa per argomenti (clienti, fornitori, consulenti, procedure di acquisto, strumenti utilizzati, risorse del team, ecc.) rappresenta la linea guida dell’incontro spostando l’attenzione sul piano operativo.

In questo primo incontro, è importante parlare la stessa lingua, in senso letterale: la comprensione permette di condividere i diversi punti con efficacia. Perciò è utile farsi affiancare da chi ha questa competenza fondamentale per evitare malintesi, così da focalizzarsi sul contenuto e non sulla forma. Sappiamo che, anche in caso di lingua comune, non sempre ci si intende. Proprio per evitare fraintendimenti, devono essere fornite precise e insistenti indicazioni sui comportamenti attesi e sulle scadenze fissate.

Il terzo momento, quello della convivialità, non è da meno per importanza rispetto ai primi due. E’ l’occasione della leggerezza, della condivisione di momenti che si potranno ricordare in futuro con un sorriso, creando un legame che va oltre la professione: in sintesi, il team building è più efficace davanti a un buon bicchiere di vino e a un buon piatto di pasta! La presenza dei top manager della capogruppo è necessaria: sono attesi e osservati, rispettati e richiesti.

I primi giorni di contatto finiscono, con stanchezza e soddisfazione. Carichi di informazioni e di spirito positivo circa le attività da porre in essere per agire come gruppo e non più come singole aziende. E’ questo il momento dell’azione, quello in cui essere conseguenti: agire per mettere in atto le decisioni prese e condivise confermerà quell’affidabilità che si è mostrata nei giorni dell’incontro.

Dovranno essere confermate le tempistiche attese, i diversi compiti e specificate le diverse linee di reporting e organigrammi che permettano di valorizzare le umane risorse presenti in azienda https://bit.ly/2Dc79JV, mettendo a disposizione dell’intero gruppo quelle professionalità abituate ad operare per una sola azienda.

I contatti tra i team di lavoro dovranno essere costanti, non solo via posta elettronica (tanto comoda ma fonte di fraintendimenti e di perdite di tempo) ma anche via Skype, telefono e di persona. La programmazione di visite periodiche presso le diverse società del gruppo è necessaria per mantenere ben teso il filo del legame creato nei primi momenti e anche, perché no, per confermare l’interesse e l’attenzione della capogruppo su ogni singola società, ciascuna con il suo peso.

In sintesi, quali sono gli ingredienti fondamentali per una buona integrazione?

Conoscenza: dalla VDR in poi continuare ad informare e a informarsi;

Curiosità: una sana apertura al nuovo e ai nuovi colleghi, fonte di spunti e di nuove idee;

Coerenza: essere conseguenti rispetto alle decisioni prese e alle indicazioni condivise;

Contatto: mantenere una costanza di rapporti con i propri referenti al fine di migliorare l’attività del proprio team, ovunque esso sia geograficamente collocato.

E, su tutto, mantenere a mente che i migliori risultati si ottengono lavorando e collaborando in team!

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