Allenamento Base – Tassazione ed altri aspetti amministrativi

Con il tredicesimo appuntamento della serie andiamo a chiudere la seconda fase di training all’export. Negli ultimi 6 appuntamenti abbiamo messo in fila gli argomenti di maggior peso nella analisi e selezione dei mercati di riferimento:

Selezione dei metodi d’ingresso nel mercato

Trovare i partner

Valutazione degli aspetti culturali

Prodotti internazionali e politiche di prezzo

Considerazioni legali

Country Risk

All’interno di questi topics abbiamo sovente segnalato aspetti amministrativi e fiscali rilevanti per l’analisi ed adesso completiamo il tutto con cenni sulla relazione tra gli ordinamenti giuridici e fiscali del paese esportatore-paese importatore, sul transfer pricing, sulla VAT, dazi, dogane e free trade zones.

Riprendendo proprio l’analisi dei 3 sistemi giuridici più diffusi (vedi Training Lab #11) è interessante segnalare che esistono ulteriori strumenti legislativi che mettono in relazione il paese esportatore e quello importatore su tematiche riguardanti il commercio ed in special modo quando i due paesi non fanno già parte di una Comunità Economica (Es. Comunità europea o Stati Uniti d’America). Il principio di base prevede che entrambe gli ordinamenti giuridici siano validi ma è consuetudine scegliere tra le parti quello che regolerà i termini dell’accordo (solitamente quello del paese importatore). Importante verificare se vi siano specifiche Convenzioni tra i due stati perché molto spesso queste possono prevalere sugli ordinamenti dei due paesi. Queste convenzioni accompagnano spesso i trattati di libero scambio. La redazione di contratti ed accordi commerciali devono essere in linea con le indicazioni espresse dall’ordinamento di riferimento.

Nel Training Lab #10 abbiamo affrontato il tema della costruzione del prezzo di mercato. Nel mix di fattori da calcolare abbiamo incluso le voci di costo della fiscalità. Per quanto sopra descritto è bene ricordare che spesso ci si può trovare in una situazione di “doppia fiscalità”. Anche in questo caso è importante avere una chiara idea della situazione per evitare di veder diminuire inaspettatamente i margini di profitto od addirittura trovarsi in condizioni di operazioni anti economiche.

Il tema della fiscalità ci porta obbligatoriamente a menzionare il Transfer Pricing, ovvero il procedimento per determinare il prezzo nel trasferimento di beni e servizi attraverso operazioni tra parti che abbiano interessi fiscali “infra-gruppo”. Se vogliamo provare a dare una descrizione semplice di questo concetto, si può dire che un’azienda dovrebbe utilizzare prezzi che siano difendibili e giustificabili come se stesse trasferendo beni a controparti non legate da interessi fiscali. I controlli sul tranfer pricing sono sempre più frequenti ed esistono procedure di raccolta documentale a supporto delle politiche di prezzo. In questo ambito è vivamente consigliato di affidarsi a consulenti fiscali con esperienza in materie internazionali.

Necessario menzionare la Value Added Tax (VAT) che è generalmente applicata in tutto il mondo come tassa al consumatore. In Italia la chiamiamo IVA. E’ un’imposta sul consumo che viene raccolta in modo incrementale, sulla base del plusvalore, aggiunto al prezzo del lavoro in ogni fase della catena di produzione e distribuzione (esempio: produttore, distributore, commerciante). Sebbene questa imposta venga pagata dal consumatore finale, ogni intermediario raccoglie e paga la VAT al governo di riferimento.

Trattandosi come detto di un’imposta al consumo non la si può considerare un dazio. L’applicazione di quest’ultimo serve ad attuare politiche protezionistiche che rendano più complesso esportare determinati beni/servizi e vincolare le aziende a scelte strategiche impegnative in termini di tempi e costi. E’ imperativo avere una chiara mappatura dei dazi applicati ai prodotti che vogliamo esportare. Nel nostro Training Lab #4 abbiamo visto come identificare i dazi doganali in base al codice armonizzato del prodotto che vogliamo esportare.

Nel Training Lab #7 abbiamo analizzato le opzioni di ingresso nel mercato a cui aggiungiamo ora il concetto di Free Trade Zones (FTZ). La FTZ è una zona extradoganale (di solito un porto e una zona circostante) delimitata dal governo dello Stato in cui si trova, nella quale le merci possono essere scaricate, stoccate, lavorate, ecc. e riesportate senza oneri doganali e con procedure molto semplici. La dogana si applica solo per i beni che escono dalla FTZ verso il resto del paese.

Per questa sessione di allenamento è tutto!

Dal prossimo appuntamento approfondiremo alcuni argomenti veramente specifici del mondo export e che impattano in maniera rilevante sul modo di agire di un’azienda all’estero. Inizieremo dalla logistica.

Seguici. Una sessione di allenamento alla volta.