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Dall’Assemblea di Confindustria a Farete 2025: le imprese e la sfida della sostenibilità organizzativa

Il 3 settembre, nell’ambito di Farete 2025, la grande kermesse organizzata da Confindustria Emilia a BolognaFiere, la presidente Sonia Bonfiglioli ha lanciato un appello forte e chiaro: le imprese italiane ed europee devono cambiare passo, abbandonare modelli organizzativi datati e aprirsi con coraggio a un modo nuovo di concepire il lavoro, la produttività e le relazioni professionali.

Le sue parole hanno risuonato come un invito a guardare oltre l’immediato, cogliendo i segnali di cambiamento che attraversano la società e i mercati. Non si tratta solo di rispondere a esigenze contingenti – come la pressione della concorrenza internazionale o le sfide geopolitiche – ma di ripensare le fondamenta stesse dell’organizzazione d’impresa.

Per noi di PMC Coach, da anni impegnati ad accompagnare aziende e manager nei percorsi di crescita, questo messaggio tocca da vicino il nostro approccio e rafforza la convinzione che il futuro dell’impresa dipenda dal futuro delle persone che la compongono.


1. Creare ambienti di lavoro moderni: la performance come sostenibilità

Il primo punto che emerge con chiarezza è la necessità di costruire ambienti di lavoro attrattivi e moderni, in grado non solo di richiamare le nuove generazioni di professionisti, ma anche di trattenerle nel tempo.

Per noi, modernità non significa uffici di design o benefit accessori. Significa piuttosto sviluppare una cultura organizzativa capace di generare performance sostenibile. Una performance che non si esaurisce nella mera produttività a breve termine, ma che integra fattori come:

  • la motivazione intrinseca, che rende il lavoro fonte di soddisfazione personale;
  • la fiducia reciproca tra collaboratori e management, indispensabile per affrontare le sfide in un clima di sicurezza psicologica;
  • la collaborazione autentica nei team, che trasforma la somma dei talenti individuali in un risultato superiore;
  • la gestione del cambiamento, che diventa una competenza trasversale necessaria in un mondo in continua evoluzione;
  • la capacità di execution, ovvero la disciplina di portare a termine i progetti rispettando tempi, risorse e obiettivi.

Strumenti fondamentali in questo percorso sono la formazione continua e l’utilizzo intelligente dei dati. La formazione consente alle persone di crescere e di acquisire nuove competenze in linea con le sfide emergenti; la tecnologia dei dati, invece, offre la possibilità di misurare in modo oggettivo i progressi, individuare aree critiche e prendere decisioni fondate su evidenze, non solo su percezioni.


2. Life Balance: dal tempo in ufficio al valore del contributo

Un secondo tema di grande attualità riguarda il cosiddetto “Life Balance”. Non parliamo più di “work-life balance” come dicotomia tra lavoro e vita privata, ma di una visione più integrata, in cui il lavoro diventa parte di un’esperienza di vita armonica e non un elemento in contrapposizione.

Le imprese sono chiamate ad adattare le proprie modalità organizzative. Non è più sufficiente misurare la produttività in termini di ore di presenza fisica. Occorre introdurre metodi alternativi di valutazione, che mettano al centro i risultati e il valore creato.

Questo significa ripensare i processi in chiave di:

  • gestione per obiettivi, in cui la performance è valutata sulla base di risultati concreti e misurabili;
  • flessibilità organizzativa, che consenta di integrare presenza fisica, lavoro da remoto e modalità ibride senza perdere efficacia;
  • utilizzo della tecnologia non solo per monitorare, ma anche per supportare le persone nell’organizzazione del lavoro e nella collaborazione a distanza.

Il Life Balance non è un concetto astratto o “soft”: ha conseguenze dirette sulla produttività e sulla capacità delle aziende di trattenere i talenti migliori. I giovani professionisti, in particolare, scelgono sempre più spesso realtà che dimostrano sensibilità verso la qualità del tempo, la salute mentale, la possibilità di crescere senza sacrificare totalmente la vita personale.


3. Dal bisogno al progetto: l’impresa che evolve con le persone

Il terzo punto sottolineato da Bonfiglioli e che riteniamo fondamentale è la capacità delle imprese di trasformare i bisogni in progetti concreti.

Molte aziende sono abili nell’individuare criticità o desideri di cambiamento, ma faticano a tradurli in iniziative strutturate. È qui che diventa decisivo il ruolo della leadership e della consulenza manageriale.

Per noi di PMC Coach vale un principio semplice: le aziende evolvono se le persone evolvono. Questo significa che il cambiamento organizzativo non può prescindere da un lavoro parallelo sulle competenze, sulla mentalità e sull’apertura al nuovo delle risorse umane coinvolte.

Per riuscirci, occorre una linea manageriale dotata di:

  • capacità di pianificazione strategica, per trasformare la visione in obiettivi chiari e realistici;
  • capacità di execution, per portare avanti i progetti senza dispersioni e con coerenza rispetto agli obiettivi;
  • abilità nella gestione del cambiamento, per accompagnare le persone attraverso le inevitabili resistenze, trasformando l’incertezza in opportunità.

Un esempio concreto? L’introduzione di nuove tecnologie digitali in azienda. Non basta acquistare software o piattaforme innovative: serve un percorso che aiuti le persone a comprenderne il senso, a farne propri i benefici e a superare le difficoltà iniziali. Senza questa dimensione umana, anche l’innovazione più avanzata rischia di fallire.


Conclusione: un’agenda per il futuro

Il messaggio che arriva da Bologna non è un semplice slogan, ma una vera e propria agenda di lavoro per le imprese:

  • costruire ambienti di lavoro sostenibili e attrattivi;
  • ripensare il concetto di produttività alla luce del Life Balance;
  • trasformare i bisogni in progetti concreti attraverso una leadership capace.

Per PMC Coach, tutto questo significa rafforzare il nostro impegno a fianco delle aziende, fornendo strumenti, metodi e accompagnamento nei percorsi di trasformazione.

La sfida non è facile, ma è imprescindibile. Le imprese che sapranno coniugare risultati economici e crescita delle persone non solo resisteranno alle turbolenze del presente, ma diventeranno protagoniste del futuro.