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Da esecutori a partner strategici: la trasformazione del ruolo consulenziale

Da esecutori a partner strategici: la trasformazione del ruolo consulenziale

Negli ultimi anni il mondo della consulenza ha vissuto una profonda trasformazione. Se un tempo al consulente veniva chiesto principalmente di “fare al posto dell’impresa”, oggi il suo ruolo è sempre più quello di un partner strategico in grado di guidare processi complessi, facilitare la lettura dei dati e sostenere decisioni consapevoli.

La fine della consulenza “frammentata”

Per decenni la consulenza è stata percepita come un insieme di interventi puntuali e tecnici, spesso scollegati fra loro. Si chiamava il consulente per risolvere un problema contingente: una difficoltà finanziaria, un passaggio organizzativo, una nuova norma da rispettare.

Il risultato era una risposta utile, ma spesso limitata e non integrata nel percorso complessivo dell’impresa.

Oggi questa impostazione mostra tutti i suoi limiti. Le aziende si trovano a fronteggiare cambiamenti rapidi, interdipendenze tra aree diverse e una complessità normativa e tecnologica in continua crescita. Di fronte a questi scenari, l’intervento isolato rischia di essere inefficace, o addirittura controproducente.

Il nuovo ruolo del consulente: integrare, leggere, guidare

La consulenza efficace non è più (solo) quella che fornisce competenze tecniche, ma quella che:

  • integra i diversi ambiti aziendali, evitando frammentazioni;

  • aiuta l’impresa a leggere i propri dati, traducendoli in insight comprensibili;

  • accompagna l’imprenditore in un percorso di consapevolezza e visione di lungo periodo.

In questo senso, il consulente diventa uno strumento terzo, capace di superare l’autoreferenzialità che spesso limita la crescita delle PMI italiane. Una guida che porta metodo, visione e capacità di connessione.

Dati e scenari: la consulenza “data-driven”

La disponibilità di dati non è mai stata così ampia. Ma senza un metodo di analisi e interpretazione, il rischio è di rimanere sommersi dalle informazioni senza saperle trasformare in decisioni strategiche.

Qui il consulente diventa il ponte tra i numeri e le scelte di business: sa quali dati osservare, come leggerli e soprattutto come inserirli in scenari di previsione (forecasting).

Esempi virtuosi non mancano: aziende che hanno saputo anticipare crisi di mercato o riorganizzarsi in modo efficace grazie a una lettura integrata dei dati. La differenza non sta nei dati in sé, ma nella capacità di interpretarli con uno sguardo esterno e metodico.

Caso aziendale: Ciaodino come modello di cambiamento consulenziale

Un esempio concreto di questa trasformazione è rappresentato dal progetto di pianificazione strategica sviluppato da PMC Coach con Ciaodino, agenzia di comunicazione digitale.

L’obiettivo non era semplicemente definire un piano tecnico, ma costruire un percorso condiviso che mettesse le persone al centro della strategia aziendale. Attraverso l’utilizzo di strumenti di intelligenza emotiva (come Organizational Vital Signs di Six Seconds) e un metodo di lavoro partecipativo, il team di PMC Coach ha affiancato l’azienda in tre direzioni principali:

  • integrare la visione strategica con il benessere organizzativo, misurando motivazione, collaborazione e livello di ingaggio;

  • formare i leader interni, affinché diventassero promotori del cambiamento e garanti della coerenza nel tempo;

  • sostenere l’execution del piano, accompagnando l’azienda nel passaggio dalla progettazione alla realizzazione quotidiana.

I risultati hanno dimostrato che una consulenza capace di unire dati, ascolto e visione strategica produce valore reale e duraturo. Il progetto Ciaodino ha ricevuto attenzione anche a livello nazionale, classificandosi tra i migliori progetti di consulenza in Italia.

Come ha sottolineato lo stesso management di Ciaodino:

«La differenza non è stata avere un piano in più, ma un percorso che ha reso il nostro team più consapevole, coeso e capace di affrontare la complessità del mercato».

Questo caso mostra chiaramente come il consulente possa superare il ruolo di semplice fornitore di competenze, diventando architetto di un percorso strategico condiviso.

Un percorso di crescita condiviso

Il consulente del futuro – ma già del presente – non è più un “risolutore di problemi” a chiamata. È un compagno di viaggio dell’impresa, capace di costruire percorsi di crescita condivisi, dove imprenditore e team consulenziale lavorano in sinergia e comunicazione continua.

La sfida è duplice:

  1. educare l’imprenditore a non vivere la consulenza come un costo straordinario ma come un investimento;

  2. offrire un servizio realmente integrato, che non lasci zone d’ombra e che aiuti l’azienda a rafforzare la propria stabilità anche nei momenti di crisi.

In questa trasformazione, la consulenza assume un ruolo fondamentale: diventare architettura strategica per imprese più resilienti, consapevoli e capaci di guardare al futuro.


📚 Fonti e riferimenti
  • Christensen, C. M., Wang, D., & van Bever, D. (2013). Consulting on the Cusp of Disruption. Harvard Business Review.

  • McKinsey & Company (2023). The State of Organizations 2023.

  • Deloitte Insights (2022). Future of Consulting: How client expectations are changing.

  • Harvard Business Review (2020). Why Data-Driven Decision Making Is the Future.

  • Osborne Clarke (2024). SMEs and the challenge of complexity: consultancy as a driver of resilience.

  • Statista (2024). Global management consulting market size 2011-2024.

  • PMC Coach – Sezione Progetti: Pianificazione strategica con Ciaodino (link)